Le foglie degli aberi in autunno cambiano colore assumendo diverse tonalità di giallo, rosso , arancione e marrone.
Nelle cellule delle foglie si trovano i carotenoidi cioè i pigmenti chimici he servono alle piante per proteggersi dall’ossidazione, responsabili del colore arancione delle carote o del giallo del mais ma il colore predominante è il verde della clorofilla , pigmento contenuto in strutture discoidali dette cloroplasti, all’interno delle cellule vegetali . La clorofilla è indispensabile per la fotosintesi , cioè quel processo chimico attraverso il quale la pianta cattura la luce solare per trasformare l’anidride carbonica e acqua in ossigeno e nutimento ,quasi sempre carboidrati.
In autunno inoltrato le temperature iniziano ad abbassarsi e le ore di luce diminuiscono per cui le piante per risparmiare energia smettono di sintetizzare la clorofilla il cui livello si abbassa fino a scomparire. Le foglie si avvicinano quindi alla fine del loro ciclo di vita e il giallo-arancione del carotene che normalmente è nascosto dal verde della clorofilla prende il sopravvento e si rivela.
Alcune piante producono anche altri pigmenti detti antociani o antocianine (dal greco anthos=fiore e kyàneos=blu) per proteggersi dalle radiazioni solari e che con la riduzione della clorofilla riflettono invece le tonalità di colore dal rosso acceso al viola come per esempio l’acero giapponese.
I colori autunnali più grigi si formano quando le foglie sono completamente morte perché avviene la degradazione dei cloroplasti e una mescolanza dei pigmenti rimasti.
Discorso differente per le piante dette ” sempreverdi ” le cui foglie , sottili ed estese , sono ricoperte da una sostanza cerosa che riduce al minimo le perdite d’acqua e dotate di una sorta di antigelo naturale che le protegge durante la stagione invernale .